Articolo tratto da : Gogreen Virgilio
Sono scese in piazza le associazioni ambientaliste contro il decreto Romani sulle rinnovabili. Oggetto principale della protesta sarebbe il “tetto alla crescita del solare” (presumibilmente 8.000 MW: sei volte meno rispetto a quello fissato in Germania) che porrebbe, di fatto, un limite di potenza da non superare, in particolare per il fotovoltaico, lo stop a qualsiasi incentivo da dopo il 2014, insieme al taglio del 30% retroattivo agli incentivi all’eolico.
Legambiente, Greenpeace, WWF, Fondazione per lo sviluppo sostenibile, Kyoto Club, Ises, Anev, Aper, Assoenergie futuro e Assosolare hanno manifestato il loro dissenso a quello che è già stato rinominato il decreto “blocca-solare” al Ministero per lo Sviluppo Economico.
Con questo provvedimento – secondo il mondo green – si arresterebbe lo sviluppo delle rinnovabili nel nostro paese. E tutto in nome di costi troppo alti che, secondo i dati diffusi dal Ministro per lo Sviluppo Economico Paolo Romani e l’Autorità per l’energia elettrica e il gas hanno pesato dal 2000 al 2010 per 20 miliardi di euro sulle bollette degli italiani per aggiungere il 4% di energia rinnovabile, per un impatto annuale sempre crescente: dai 2,5 miliardi di euro del 2009 ai 3,4 del 2010, fino ai 5,7 miliardi previsti per il 2011.
Dall’altra parte, però, come sottolineato nell’articolo Fotovoltaico: basta con la disinformazione dall’energy consultant Roberto Rizzo, se si ripartisce questa somma per le famiglie italiane, il costo unitario del solare scende a poco più di 1,5 euro a famiglia in un anno.
Il problema riguarda anche gli “incomprensibili sistemi
Dal punto di vista occupazionale, infine, la ricaduta negativa riguarderà circa 120.000 lavoratori nel fotovoltaico con effetti su 160.000 famiglie.
Spauracchio e motore del mercato rimane l’obiettivo del 17% di produzione energetica da fonti rinnovabili stabilito per il 2020 dall’Ue. L’intero settore chiede la certezza delle regole, misure anti-speculazione e meccanismi di mercato più trasparenti e chiari.