Fonte : http://www.sicurezzalavoro.fvg.it/

Il resoconto di Vega Engineering

Sono 526 le vittime registrate da Nord a Sud del Paese.

Ad affermarlo è l’Osservatorio sicurezza sul lavoro della società di Mestre (VE).

L’anno da poco trascorso è arrivato così a contare 526 vittime del lavoro da Nord a Sud del Paese, con la Lombardia che continua a mantenere il triste primato (74), seguita da Veneto (55) e Campania (44).

Rapportando le morti bianche alla popolazione lavorativa, è il Trentino Alto Adige a mostrare un indice di incidenza pari a 62,2 contro una media nazionale di 27,1.

A distanza troviamo l’Abruzzo (38,4) e la Calabria (37,5), mentre il risultato più basso è ottenuto dal Piemonte con 16,1.

Sono questi alcuni dati contenuti nell’ultima indagine svolta dall’Osservatorio sicurezza sul lavoro di Vega Engineering, che ha rilevato le morti bianche nel mese di dicembre tirando le somme del 2010.

La provincia più colpita continua ad essere Bolzano con 20 decessi, ma questa volta spartisce la maglia nera con la Roma.

Al secondo posto c’è Brescia (17), seguita da Napoli (16), Milano (15) e Foggia (14).

Non troppo distanti si trovano Vicenza (12), Padova e Bari (11), Chieti e Treviso (10).

Tornando alle incidenze rispetto alla popolazione lavorativa è, invece, ancora Vibo Valentia a condurre le fila con un indice pari a 84,5, seguita da Bolzano (84,3) e Belluno (78,9), quarta è Benevento (78,7) e quinta Matera (76,7).

Indicatori decisamente più virtuosi in tal senso vengono rilevati nelle grandi province: Roma (11,8), Napoli (20), Milano (8,5), Palermo (25,2), Genova (16,5), Firenze (11,6), Venezia (11,3 e a Torino si rileva addirittura un indice di incidenza pari al 3,2.

Per macroaree geografiche è il Sud a riportare l’indice più alto (31,2) di morti bianche rapportate alla popolazione lavorativa, contro il 30,1 del Nordest, il 25,8 delle Isole, il 19,7 del Centro.

Il miglior risultato giunge dal Nordovest del Paese (17,6), sul fronte dei settori, invece, l’agricoltura, sebbene abbia fatto rilevare una piccola contrazione nel mese di dicembre sul fronte delle morti bianche rispetto all’edilizia, continua a detenere il primato dei decessi con il 34,6% delle vittime, seguita appunto dal settore delle costruzioni che supera il 28%.

A distanza, si trovano i trasporti, magazzinaggi e comunicazioni (7%), il commercio e le attività artigianali insieme a produzione, distribuzione e manutenzione di energia elettrica, acqua e gas (5,3%).

La caduta dall’alto e il ribaltamento di un veicolo o di un mezzo in movimento sono invece le cause principali di morte (rispettivamente nel 27,8% e nel 18,8% dei casi), cui seguono la caduta di oggetti pesanti (11,2%), investimento di un mezzo (8%), contatto con organi lavoratori in movimento (5,5%), contatto con oggetti/mezzi in movimento (4,2%) e contatto elettrico diretto (4%).

La fascia d’età maggiormente coinvolta è quella compresa tra i 40 e i 59 anni, in cui si concentra quasi la metà di tutte le morti bianche del Paese: il 45,4%.

Anche quella degli ultrasessantenni, comunque, arriva a una media di tre vittime su dieci e gli stranieri rappresentano l’11,3% dei decessi (59).

Le vittime rumene (40,4%) e quelle albanesi (25,5%) sono le più numerose tra quelle che non hanno nazionalità italiana.